Le fratture da stress
A cura di Dr. Roberto Camisassa – Ortopedico, Chirurgia del Piede e della Caviglia
Dedichiamo questo breve articolo a tutti gli sportivi, per i quali gli infortuni sono molto importanti, anche per chi non ha ambizioni agonistiche, ma semplicemente vede nell’attività fisica un modo per migliorare la qualità della vita nel proprio quotidiano. Voglio parlarvi delle fratture da stress definite anche fratture da fatica.
Come nasce una frattura da stress?
Si ha quando si supera la resistenza dell’osso per un carico eccessivo o prolungato. Può essere dovuta anche a microtraumi ripetuti nel tempo.
Esistono fattori di rischio come malformazioni anatomiche, peso corporeo, tipologia di scarpa e terreno di allenamento, ma soprattutto la variazione quantitativa del carico allenante, il sesso femminile e l’età non giovanissima sono comunemente di riscontro nella mia casistica personale.
Tipico è il caso di una paziente che ricomincia a fare sport dopo un lungo periodo di pausa, magari dopo i 45 anni di età, o il racconto di una lunga camminata in montagna con calzature non adeguate, o di un weekend passato a camminare in una capitale europea: sono esempi che sento spesso citare dalle mie pazienti quando cerchiamo di trovare insieme un evento che poi ha scatenato il problema.
Per quello che riguarda il piede, le ossa maggiormente interessate sono il calcagno e i metatarsi.
Purtroppo quello che rende fastidiosa la frattura da stress è che spesso non viene diagnosticata, sia per l’insorgenza subdola, senza traumi importanti, sia perché sono gli stessi pazienti che la sottovalutano, almeno inizialmente.
Quei pochi che vanno in Pronto Soccorso lamentandosi di questo dolore spesso vengono sottoposti a semplici radiografie che quasi mai evidenziano la patologia, che altro non è che una “crepa” nell’osso spongioso, cioè la parte interna delle ossa, senza rottura delle corticali, il guscio duro delle nostre ossa. In questi casi è la risonanza magnetica nucleare l’esame che ci aiuta nella diagnosi.
Come si tratta una frattura da stress?
Il trattamento dipende dal momento in cui viene formulata una diagnosi corretta. Possono essere sufficienti riposo, bio-stimolazione con magnetoterapia, tutori o calzature specifiche, trattamenti riabilitativi volti al mantenimento del tono muscolare e della più completa articolarità, ma anche terapie mediche con farmaci che comunemente vengono utilizzati contro l’osteoporosi. Quasi mai si ricorre ad interventi chirurgici.
Sono purtroppo storie cliniche lunghe mediamente circa sei mesi dall’inizio della sintomatologia, ma spesso prima dei due/tre mesi dalla comparsa del dolore non viene formulata una diagnosi corretta.
Condividete le vostre esperienze e i vostri dubbi, possiamo parlarne insieme!