La lombalgia negli sportivi
A cura del Dott. Leonardo Zottarelli, Specialista in Ortopedia e Traumatologia
Per lombalgia si intende la presenza di dolore in quella regione posteriore del tronco delimitata tra le coste e i glutei (costituita dal rachide lombosacrale e dai muscoli delle docce paravertebrali). E’ un sintomo estremamente frequente ed invalidante, sia in fase acuta che in una eventuale successiva cronicizzazione.
Negli sportivi le cause più frequenti sono la degenerazione artrosica del disco intervertebrale (discopatia degenerativa) ed lo stress meccanico delle strutture anatomiche coinvolte (overuses syndromes). Il trattamento, in particolare negli sportivi, è prevalentemente di tipo conservativo: nella fase acuta viene prescritto un riposo di tipo attivo, cioè evitando sforzi eccessivi o prolungati, con eventuale ausilio di un supporto lombosacrale in tela armata. Fondamentale sarà inoltre una terapia farmacologica e massoterapica/osteopatica.
Una volta risolto l’episodio acuto, come nel trattamento della lombalgia cronica, viene impostata una terapia di mantenimento, con lo scopo di contrastare la sintomatologia e prevenire nuove riacutizzazioni. Il paziente dovrà imparare ad usare il corsetto in modo strategico, contemporaneamente bisognerà iniziare un percorso riabilitativo fisiochinesiterapico (preferibilmente in acqua) e posturale, associato a stretching dei muscoli del cingolo lombo-pelvico e degli ischiocrurali. Altre attività che possono giocare un ruolo rilevante nella fase di mantenimento sono il Pilates o Gyrokinesis, la massoterapia decontratturante, l’osteopatia, la laserterapia, la TENS e l’agopuntura. Si ricorda infine, a chi è in sovrappeso, che il calo ponderale è la strategia migliore per sollevare la nostra schiena da un eccessivo carico meccanico.
Fondamentale, per gli sportivi di alto livello, affidarsi a figure riabilitative dedicate, in grado di personalizzare la rieducazione in base a precisi gesti atletici. Nei casi più difficili possono essere proposti trattamenti invasivi, che spaziano da tecniche infiltrative fino a soluzioni chirurgiche, ovviamente previa valutazione di uno specialista in chirurgia vertebrale.