La sindrome dolorosa della spalla nel tennis
A cura di Dott. Enrico Buttafarro – Specialista in Ortopedia e Traumatologia, Specialista in Medicina dello Sport
Nel tennis, il 25% circa degli infortuni coinvolgono l’arto superiore.
La spalla, insieme al gomito, rappresentano le articolazioni più frequentemente coinvolte.
La ripetitività del gesto tecnico, con impiego della spalla anche oltre il piano scapolare e ai massimi gradi di escursione articolare, la necessità di generare grande forza esplosiva ad elevata velocità (tutti elementi peculiari di questo sport) sottopongono i tendini della cuffia dei rotatori (sovraspinato, sottospinato e sottoscapolare) a importanti sovraccarichi funzionali.
La cuffia dei rotatori rappresenta infatti una struttura anatomica di fondamentale importanza sia per la mobilità che per la stabilità della spalla. Intensi allenamenti, specie se condotti in assenza di una buona preparazione atletica e forza muscolare, la cattiva esecuzione del gesto tecnico, una attrezzatura non idonea (in particolare la tipologia del fusto, l’armeggio e il calibro delle corde) possono portare ad uno squilibrio funzionale della cuffia dei rotatori.
La discinesia che ne deriva tra elevatori/depressori, intrarotatori/extrarotatori e fissatori della scapola al torace, è responsabile di una sindrome dolorosa caratterizzata da tendinite e borsite chiamata sindrome da impingement o conflitto subacromiale che può anche portare a rottura di uno o più tendini.
È quindi fondamentale, attraverso specifici programmi personalizzati, che allenatore e preparatore atletico in collaborazione con medici e fisioterapisti prevengano o intervengano tempestivamente all’insorgenza di questa sindrome dolorosa al fine di scongiurare un intervento chirurgico artroscopico di decompressione o sutura tendinea che può tenere l’atleta lontano dai campi per diversi mesi.