La distorsione della caviglia
A cura di Dr. Roberto Camisassa – Ortopedico, Chirurgia del Piede e della Caviglia
Cosa c’è di meglio che dedicarsi al proprio sport preferito o di una semplice e rilassante passeggiata? Ma se incorriamo in una distorsione della caviglia, cosa succede? Come dobbiamo comportarci? Quando e per quali motivi dobbiamo considerare questa situazione grave? Oggi provo a rispondere a queste domande!
Innanzitutto non bisogna mai trascurare una “storta”, perché spesso lascia spiacevoli dolori che tendono a diventare cronici. Inoltre non è mai così facile riprendere l’attività sportiva se proviamo a recuperare in maniera autonoma, senza aiuti.
Una volta escluse fratture alla caviglia o al piede mediante una semplice radiografia, il programma standard prevede un periodo di 15-20 giorni di “riposo funzionale”, con utilizzo di moderni tutori di caviglia, che consentono di camminare senza troppe difficoltà, anche perché ben contenuti nelle normali calzature e ben nascosti dai pantaloni.
Ruolo fondamentale viene svolto dalla riabilitazione.
Trattamenti di terapia fisica (come la TECAR), massaggi, stretching e se serve il linfodrenaggio, se iniziati in modo precoce, hanno lo scopo di restituire al paziente, una volta arrivato il momento di togliere il tutore, una caviglia asciutta e “ben disposta” alla ripresa della camminata e della corsa.
Il percorso terapeutico-riabilitativo ci accompagna fino a circa 2 mesi dal trauma, quando una rivalutazione clinica ci permette di capire se residuano eventuali dolori o instabilità delle articolazioni interessate.
La cosa che differenzia in modo sostanziale la caviglia, ad esempio, dal ginocchio è che anche gravi lesioni legamentose, se ben trattate in acuto e nell’immediato post-trauma, possono recuperare in modo soddisfacente e non richiedere trattamenti chirurgici.
Di solito interveniamo solo in caso di lesioni cartilaginee articolari o raramente per ricostruire i legamenti della caviglia.